Verso il rifugio

Il tempo può avere un senso diverso, in alta quota. Le ore vengono scandite dal calpestio degli scarponi sulle radici, sul terriccio, sulle rocce di sentieri che dal fitto dei boschi emergono verso la luce dei valloni e dei ghiaioni abbacinanti. I pensieri si fanno via via più leggeri, si spezza il fiato e si inizia a respirare a pieni polmoni. La testa si libera. Il cuore, anche lui. Il tramonto ha orizzonti vasti sopra la corona dei picchi montuosi. I colori sono più netti. Le stesse rocce di una manciata di ore prima assumono sfumature nuove, incredibili. Si aspetta la notte. Una cena semplice e calorica, da condividere con compagni di strada noti e sconosciuti. Lingue diverse, un mazzo di carte o una carta tipografica, un boccale di birra o un caffè, un ambiente ed emozioni da raccontare, obiettivi simili. Il conforto di un giaciglio semplice, che resetta valori e priorità. Il sonno. L’alba, un nuovo giorno da vivere insieme o da camminare in solitudine, sulla strada di tanti. Non sulla strada di tutti.