“Semplice, naturale, locale, orgogliosa delle sue origini (forse di quelle geografiche più che di quelle storiche)”: questo è il modo scandinavo per tornare alle radici, e a volte per tracciare nuove rotte. Ce lo assicura sorridendo Titti Qvarnström, prima chef svedese ad ottenere la stella Michelin declinata in rosa nel 2015.

Dedicarsi al foraging (o raccolta spontanea), alla ricerca di bacche e acetosa, aneto, fiori di sambuco e tenere felci, funghi o germogli di abete… Non è facile immaginare la varietà di ingredienti che una foresta riesce ad offrire ad alcuni dei migliori ristoranti scandinavi. E poi ci sono le antiche razze locali, la birra (e persino qualche vino!), succo di mele e di frutti di bosco, sidro… Se la stagione è quella giusta, non si può fare a meno dell’aglio orsino (un vero protagonista), del rabarbaro e degli asparagi. Pane di segale, pesce e molluschi di prima qualità, Kalix Löjrom DOP, aringhe, carne di renna e di alce.

Nel piatto si scopre una palette elegante di colori dalla consistenza diversa che prende il via dai verdi vibranti e indugia sulle nuance del rosa, sui grigi, sui bianchi, sull’affumicato: un’arte di cucinare e comporre che dialoga da più di un decennio con i foodies più curiosi. Buon appetito!

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