C’è un dato di fatto: sui quasi 16 km sospesi sul ponte di Øresund o di Öresund, a seconda che si parli danese o svedese, corre un fil rouge di stile e cultura. Non si tratta solo di un legame identitario lacerato dalla Storia (con la S maiuscola), quella fatta di conquiste e annessioni. Il filo comune, qui, è oggi evidente nella cultura hipster che continua a spadroneggiare in questa zona a cavallo del Mar Baltico. Sirene e mongolfiere, promesse indelebili e giochi floreali, lame e nomi di clan: il tatuaggio ha trovato casa nella zona (oggi turistica) di Nyhavn, porto ‘nuovo’ di Copenhagen, a fine 800. I marinai portavano le novità incontrate sulle rotte internazionali, nella capitale cresceva la cultura del tatuaggio. I tattoo parlour oggi sono decine, un sottobosco tra caffè e boutique alla moda in centro, a Vesterbro come a Nørrebro. I marinai del passato hanno passato il testimone ai (spesso non troppo) giovani con barbe lunghe e curate, capelli dal taglio fresco e netto o lunghi ma raccolti in mini-chignon, cappelli di paglia dalla tesa corta, abiti sartoriali o bermuda con giacca e cravatta. Invece di solcare mari lontani, oggi i nuovi vichinghi occhiazzurrati e dalle braccia tornite si muovono in bici tra quartieri trendy, mercati con prodotti bio, ristoranti a la page. E le loro bionde compagne? Sono anch’esse accomunate dalla vocazione per il tattoo d’arte.